...c'è sempre bisogno di nuovo successo per mantenere il successo...
(Seneca, De Brevitate Vitae)
... ci vuole tutta una vita per imparare a vivere, e , ciò che forse ti stupirà di più, ci vuole tutta una vita per imparare a morire [...]
...c'è sempre bisogno di nuovo successo per mantenere il successo... (Seneca, De Brevitate Vitae)
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Rispetto di sè, amore di sè; libertà assoluta verso di sè...
Che cos'è buono? Tutto ciò che eleva il senso della potenza, la volontà di potenza, la potenza stessa dell'Uomo. Che cos'è cattivo: tutto ciò che ha origine dalla debolezza. Che cos'è la felicità? Sentire che la potenza sta crescendo, che una resistenza viene superata. Il puro spirito è la pura menzogna. Che cosa distrugge più rapidamente del lavorare, del pensare, del sentire senza un'intima necessità, senza una scelta profondamente personale, senza un piacere? Chiamo pervertito un animale, una specie, un'individuo quando perde i suoi istinti, quando sceglie, quando preferisce ciò che gli è nocivo. (F. Nietzsche, Anticristo) Usque ad hesternum quidquid transit temporis perit; hunc ipsum quem agimus diem cum morte dividimus. Quemadmodum clepsydram non extremum stilicidium exhaurit sed quidquid ante defluxit, sic ultima ora qua esse desinimus non sola mortem facit sed sola consummat; tunc ad illa pervenimus sed diu venimus.
(Seneca, Lettere a Lucilio) TRAD: Tutto il tempo trascorso fino ieri è morto; questo stesso istante che stiamo vivendo lo condividiamo con la morte. Nello stesso modo in cui la clessidra non si esaurisce con l'ultima goccia ma con tutte quelle che l'hanno preceduta, così quella che crediamo essere l'ultima ora, non fa la morte da sola, ma da sola la consuma; a questa infine arriviamo, ma a lungo abbiamo camminato verso di essa. Che cos'è la vita? Il viaggio di uno zoppo e infermo che con gravissimo carico in sul dosso, per montagne ertissime e luoghi sommamente asperi, faticosi e difficili, alla neve, al gelo, alla pioggia, al vento, all'ardore del sole, cammina senza mai riposarsi dì e notte uno spazio di molte giornate per arrivare a un cotal precipizio, a un passo , e quivi inevitalbilmente cadere.
(Leopardi, Zibaldone) Nasce l'uomo a fatica,
ed è rischio di morte il nascimento. Prova pena e tormento per prima cosa; e in sul principio stesso la madre e il genitore li prende a consolar dell'esser nato. Poi che crescendo viene, l'uno e l'altro li sostiene, e via pur sempre con atti e con parole studiasi fargli core, e consorlarlo dell'umano stato [...] Ma perchè dare al sole, perchè reggere in vita, chi di quella consolar convenga? (dal Canto Notturno di un pastore errante per l'Asia, Leopardi) che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Silvia mia! Quale allora ci apparia la vita umana e il fato! Quando sovviemmi di cotanta speme, un affetto mi preme acerbo e sconsolato e tornami di doler di mia sventura. O Natura, o Natura, perchè non rendi poi quel che prometti allor? perchè di tanto inganni i figli tuoi? (Leopardi, da A Silvia) [Islandese:]T'ho io forse pregato di pormi in quest'universo? O mi vi sono intromesso violentemente e contro tua voglia? Ma se di tua volontà, e senza mia saputa, e in maniera che io non poteva sconsentirlo, nè ripugnarlo, tu stessa, colle tue mani, mi vi hai collocato; non è egli dunque ufficio tuo se non tenermi lieto e contento in questo tuo regno, almeno vietare che io non vi sia tribolato e straziato e che l'abitar non vi noccia?
[...] [Natura:] Tu mostri non aver posto nella mente che la vita di quest'universo è un perpetuo circuito di produzione e distruzione collegate tra se di maniera, che ciascheduna serve continuamente all'altra, ed alla conservazione del mondo. (Leopardi, Operette Morali) Ut navem, ut aedificium idem destruit facillime, qui costruxit,
sic hominem eadem optime, quae conglutinavit, natura dissolvit. (Cicerone) Come una nave, come un edificio vengono demoliti più facilmente da chi li ha costruiti, così l'uomo viene disfatto meglio dalla medesima natura che lo ha composto; ogni composizione si disgrega a fatica se nuova, ma con facilità se antica. Pallida mors aequo pulsat pede pauperum tabernas
regumque turres o beate Sestis vitae summa brevis spem nos vetat incolare longam iam te premet nox, fabulesque manes et domus exiliis plutonia; quo simul mearis... (Orazio, Odi) La pallida Morte bussa con il suo piede allo stesso modo alle capanne dei poveri e alle torri dei re, o felice Sestio; il breve ciclo della vita ci impedisce di avere una speranza a lungo termine, presto la notte ti graverà e gli dei Mani della leggenda e la casa effimera di Plutone,dove una volta entrato... "La maggior parte degli uomini non vuol nuotare prima di saper nuotare"
Spiritosa vero? Certo che non vogliono nuotare. Sono nati per la terra, non per l'acqua. E naturalmente non vogliono pensare: infatti sono nati per la vita, non per il pensiero. Già, e chi pensa, chi concentra la vita nel pensiero può andare molto avanti, è vero, ma ha scambiato la terra con l'acqua e ad un certo momento affogherà. (H.Hesse, Il Lupo della Steppa) |