( Murger, Vita di bohème )
Il nostro cuore e' morto e sepolto. La giovinezza ha una sola stagione.
( Murger, Vita di bohème )
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Si pensi al pianto di Serse dopo la rassegna del suo immenso esercito di terra e di mare:
<< Alla vista di tutto l'Ellesponto coperto dalle sue navi e di tutta la spiaggia del mare e della pianura di Abido piene dei suoi soldati, allora Serse si considerò felice; ma subito dopo ruppe in pianto >>. [...] Di tale mutamento improvviso: <<Si perchè mi è sopraggiunto un senso di commiserazione, al pensare quanto è breve nel suo complesso la vita umana, se, di tutta questa enorme folla, nessuno sarà in vita fra 100 anni>>. [...] compianto quasi presago, per questa potenza che fra poco vedremo disfatta e fuggiasca, [...] per tanta gioventù, che, qualunque destino l'attenda, sarà tutta scomparsa entro i pochi anni di una normale esistenza. (Erodoto commentato da Cantarella). Non esser nato, è cosa
che ogni condizione supera: ma poi una volta apparsi, il tornare al più presto colà donde si giunse, è il secondo bene. E quando giovinezza non sia più accanto con le sue lievi follie, qual mai affanno va lungi da essa qual mai pena ne è fuori? Invidia, rivolte, contese, battaglie, e stragi: poi , spregiata sopraggiunge estrema impotente deserta vecchiezza odiosa, ove dei mali tutti i mali coabitano. (Sofocle) Canute ormai le tempie
sono e bianco il capo, e la giovinezza amabile non è più meco; ma vecchi sono i denti, e della dolce vita non più lungo tempo rimane. E io singhiozzo spesso, al terrore del Tartaro, poi che orribile è l'antro d'Ade e funesta la discesa ad esso: ed è legge per chi discese, non più risalire. (Anacreonte) Menippo, ubriacati con me.
Sceso di là dai gorghi d'Acheronte, oltre il varco, rivedrai questa luce chiara? Tu lo credi? Lascia, non sognare; anche Sisifo figlio d'Eolo, un re alla morte sognava scampo. Era saggissimo, ma saggezza non valse: una volta, un'altra volta di là dai gorghi d'Acheronte il Fato lo trasse, e là, sotto la terra nera, il re figlio di Crono, gli dà supplizio enorme. Lascia, non pensare -siamo giovani- al mondo di laggiù. Ora, qual che sia la sorte, a noi s'addice bere. (Alceo) Al modo delle foglie che nel tempo fiorito della primavera nascono e ai raggi del sole rapide crescono, noi simili a quelle per un attimo abbiamo diletto del fiore dell'età ignorando il bene e il male per dono dei celesti.
Ma le Nere Dee ci stanno sempre a fianco, l'una con il segno della grave vecchiaia e l'altra della morte. Fulmineo precipita il frutto di giovinezza, come la luce di un giorno sulla terra e quando il suo tempo è dileguato è meglio la morte che la vita. (Mimnermo) Vaghe stelle dell'orsa, io non credea tornare
ancora per uso a contemplarvi [...] di questo albergo ove abitai fanciullo e delle gioie mie vidi la fine [...] ma con dolore sottentra il pensier del presente, un van desio del passato, ancor tristo, e il dire: io fui[...] fantasmi intendo son la gloria e l'onor; diletti e beni mero desio; non ha la vita un frutto inutile miseria [..] fugaci giorni! A somigliar d'un lampo son dileguati [...] ... e intanto vola il caro tempo giovanil; più caro che la fama e l'allor, più che la pura luce del giorno, e lo spirar: ti perdo senza un diletto, inutilmente, in questo soggiorno disumano, intra gli affanni, o dell'arida vita unico fiore....[..] I giorni tuoi, furo, mio dolce amor. Passasti. Ad altri il passar per la terra oggi è sortito e l'abitar questi odorati colli (Remix dalle Ricordanze, Leopardi) ..quid sit futurum cras fuge quaerere
et quem fors dierum cumque dabit lucro appone, nec dulcis amores sperne puer neque tu choreas, donec virenti canities abest morosa. Nunc et campus et areae lenesque sub noctem sussurri composita repetantur hora. Nunc et latentis proditor intimo gratus puellae risus ab angulo pignusque dereptum lacertis aut digito male pertinaci (Orazio, Odii) Che cosa t’attenda in futuro, rinuncia a indagare: qualunque altro giorno t’aggiunga il destino, tu devi segnarlo all’attivo. Sei giovane, non disprezzare gli amori gentili, le danze, fin tanto che il tuo verdeggiare rimane lontano dall'uggiosa canizie. Il campo , adesso, e le piazze, e sull’imbrunire, all’ora che s’è concordata, di nuovo uno scambio di dolci sussurri e il riso che, lieto, tradisce la giovane fanciulla nascosta in un angolo oscuro e, pegno d’amore, il monile, sfilato da un braccio o da un dito che finge resistenza. |