La vita non conclude. E non sa di nomi la vita.
(da Uno, Nessuno, Centomila di Pirandello)
Non è altro che questo, epigrafe funeraria, un nome [..]
La vita non conclude. E non sa di nomi la vita. (da Uno, Nessuno, Centomila di Pirandello)
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Il guaio è questo, signori: che dovevano tutti quanti esser chiamati con quel solo nome di Giulio Cesare, e che in un solo corpo di sesso maschile dovevano coabitare tanti e anche una femmina e non trovandone il modo in quel corpo maschile, dove e come potè, naturalmente lo fu, e impudicissima e anche recidiva.
( da Uno, nessuno, centomila di Pirandello) Mi fermavo ad ogni passo; mi mettevo prima alla lontana, poi sempre più vicino a girare attorno ad ogni sassolino che incontravo, e mi maravigliavo assai che gli altri potessero passarmi avanti senza fare alcun caso di quel sassolino che per me intanto aveva assunto le proporzioni d'una montagna insormontabile, anzi d'un mondo in cui avrei potuto senz'altro domiciliarmi.
(da Uno, nessuno, centomila di Pirandello) Non sono poi rare nella storia certe fiere ventate che spengono d'un tratto tutti quei lanternoni. Che piacere! Nell'improvviso buio, allora è indescrivibile lo scompiglio delle singole lanternine: chi va di qua , chi di là, chi torna indietro, chi si aggira; nessuna più trova la via: si urtano, s'aggregano per un momento in 10,in 20; ma non possono mettersi d'accordo....
(Pirandello, da Il fu Mattia Pascal) Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane. Io non ho più questo bisogno, perchè muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi: vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori.
(da 1,nessuno,100000 di Pirandello) Abbiamo tutti un mondo dentro, un mondo di cose, ciascuno un suo mondo di cose; e come possiamo intenderci, signore, se nelle parole che io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta , inevitabilmente le assume con il senso e con il valore che hanno per loro, del mondo com'essi l'hanno dentro?
Crediamo d'intenderci; non c'intendiamo mai. (Pirandello, Sei Personaggi in cerca di autore) Ciò che noi conosciamo di noi stessi non è che una parte, forse una piccolissima parte di ciò che noi siamo. [...]
Le forme, in cui noi cerchiamo d'arrestare, di fissare in noi questo flusso continuo, sono i concetti, gli ideali, a cui vorremmo serbarci coerenti, tutte le finzioni che ci creiamo, le condizioni, lo stato in cui tendiamo a stabilirci. Ma dentro di noi stessi, in ciò che chiamiamo anima, e che è la vita per noi, il flusso continua indistinto, sotto gli argini, oltre i limiti che noi c'imponiamo, componendoci una coscienza, costruendoci una personalità. In certi momenti tempestosi, investiti dal flusso, tutte quelle nostre forme fittizie crollano miseramente. E anche quello che non scorre sotto gli argini e oltre i limiti , ma che si scopre a noi distinto e che noi abbiamo con cura incanalato nei nostri affetti, nei doveri che ci siamo imposti, nelle abitudini che ci siamo tracciate, in certi momenti di piena straripa e sconvolge tutto. (Pirandello, Saggio sull'Umorismo) L'uomo ha il triste privilegio di sentirsi vivere dentro la prigione della forma [...]
Tutti i fenomeni sono illusioni [...] La presunta unità dell'Io non è altro in fondo che l'aggregamento temporaneo scindibile e modificabile [...] Con gli elementi nel nostro Io possiamo comporre, costruire in noi stessi altre individualità, altri esempi con propria coscienza , propria intelligenza ed in atto [..] (Pirandello, Arte e Coscienza) E' bene che lei anzi si turi gli orecchi per non udire il terribile fragore di una certa rapina sotto gli argini, oltre i limiti che lei da buon giudice, s'è tracciati e imposti per comporre la sua scrupolosissima coscienza.
Possono crollare sa? In un momento di tempesta come quello che ha avuto la signorina Anna Rosa. Che rapina? Eh, quella della gran fiumana, signor giudice! Lei l'ha incanalata bene nei suoi affetti, nei doveri che s'è imposti, nelle abitudini che s'è tracciate; ma poi vengono i momenti di piena, signor giudice e la fiumana straripa, straripa, e sconvolge tutto. (Uno, nessuno, centomila - Pirandello) |