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Nulla dunque è la morte per noi , ne' ci riguarda punto, dal momento che la natura dell'animo e' conosciuta mortale. E come nel tempo passato non sentimmo alcuna afflizione, mentre i cartaginesi da ogni parte venivano a combattere, quando il mondo, scosso dal trepido tumulto della guerra, tremo' tutto d'orrore sotto le alte volte dell'etere, e fu dubbio sotto il regno di quale dei due popoli dovessero cadere tutti gli uomini sulla terra e sul mare, così quando noi non saremo più, quando sarà avvenuto il distacco del corpo e dell' anima, che uniti compongono il nostro essere, certo a noi, che allora non saremo più, non potrà affatto accadere alcunché, nulla potrà colpire i nostri sensi, neppure se la terra si confonderà con il mare e il mare con il cielo.
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...ne' più il rimpianto di quelle cose che ti accompagna e resta in te...
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Volgiti a considerare parimenti come nulla siano state per noi le età dell' eterno tempo trascorse prima che noi nascessimo. Questo e' dunque lo specchio in cui la natura ci presenta il tempo che alfine seguirà la nostra morte. Forse in esso appare qualcosa di orribile, forse si vede qualcosa di triste? Non è uno stato più tranquillo di sonno ?
( Lucrezio, dal De Rerum Natura)