(Tolstoj, Anna Karenina)
... io sono come un essere affamato al quale abbiano dato da mangiare. Può darsi che abbia freddo e che abbia il vestito lacero e che si vergogni ma è felice.
(Tolstoj, Anna Karenina)
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<<Scusa, ma questo assolutamente non lo capisco, come [...] esattamente come non capisco che, dopo essermi saziato, mi possa venir voglia, passando davanti ad un fornaio, di rubare una ciambella>>
<<E perchè no? Una ciambella a volte è così profumata che non si può resistere.>> (Tolstoj, da Anna Karenina) ... da quel momento non tanto della morte aveva cominciato a temere, quanto di una vita vissuta nella totale ignoranza di che cosa sia la vita stessa, donde venga, dove miri e perchè. L'organismo, la distruzione di esso, l'indistruttibilità della materia, la legge della conservazione dell'energia, l'evoluzione, erano le parole che per lui avevano preso il posto della fede di prima.
Queste parole ed i concetti che vi si collegavano andavano benissimo per le finalità della scienza; ma per vivere non servivano affatto, e Levin, improvvisamente, si era sentito nella situazione di un uomo che cambi una calda pelliccia per un vestito di mussola, e che per la prima volta al gelo, si persuada in modo indubitabile non con i ragionamenti, ma con tutto il proprio essere, che per lui è come se fosse nudo e destinato a perire fra i tormenti. (Tolstoj, da Anna Karenina) |