da queste meraviglie un dolore che dà vertigini,
che unisce la grandezza greca con la violenta
desolazione del tempo - con la spinta delle onde-
un sole - un'ombra di passato splendore.
(Keats, Guardando i marmi di Elgin)
... nasce
da queste meraviglie un dolore che dà vertigini, che unisce la grandezza greca con la violenta desolazione del tempo - con la spinta delle onde- un sole - un'ombra di passato splendore. (Keats, Guardando i marmi di Elgin)
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Ma io sapevo questo, tutto questo.
Ho voluto, ho voluto il mio peccato: e non lo smentirò. Per dare aiuto a chi moriva ebbi la mia pena. Ma pena come questa non pensavo di consumarmi tra la roccia e il cielo sopra una rupe sola, abbandonata. (Eschilo, da Prometeo Incatenato) Musa, quell'uomo di multiforme ingegno dimmi,
che molto errò, poich'ebbe a terra gittate d'Ilion le sacre torri; che città vide molto, e delle genti l'indol conobbe [...] (Omero, Odissea) Ettore, tu lo credevi, spogliando il mio Patroclo morto,
d'esser salvo, e di me ch'ero lungi, pensier non ti davi, bimbo! Ma in parte da lui c'era un molto più forte compagno presso le navi cavate, c'ero io dietro ad esso rimasto, che i tuoi ginocchi snodai! I cani ed gli uccelli da preda strascicheranno ora te; lui sepelliranno gli achei. [...] Mentre parlava la morte lo avvolse, l'anima volò dal corpo e scese all'Ade lamentando la sua sorte, la forza perduta, la giovinezza [...] (Omero, Iliade) [Andromaca:] Tu, Ettore, sei per me, padre, madre, fratello, giovane sposo, abbi pietà di me: resta qui sulla torre: non fare di tuo figlio un orfano e di me una vedova [....] [Ettore:] <<Zeus e voi dei del cielo, fate che mio figlio cresca e diventi come me uno dei primi Troiani, pieno di forza, e che regni sovrano su Ilio, così che qualcuno possa dire di lui che torna dalla guerra: -E' molto più forte del padre- [...] E allora ti dico che nessuno può evitare la Moira, già dalla nascita, sia coraggioso o vile. (Omero, Iliade) Cantami, o Diva, del Pelide Achille l'ira funesta
che infiniti addusse lutti agli Achei, molte anzi tempo all'orco generose travolse alme d'eroi, e di cani e d'augelli orrido pasto lor salme abbandonò.... (Omero, Iliade) |