dolci ancora sono quelle inascoltate. Su flauti lievi,
continuate, ma non per l'udito; preziosamente
suonate per lo spirito arie senza suono.
E tu, giovane, bello, non potrai mai finire il tuo canto
sotto quegli alberi che mai saranno spogli;
e tu amante audace, non potrai mai baciare
lei che ti è così vicino: ma non lamentarti
se la gioia ti sfugge: lei non potrà mai fuggire,
e tu l'amerai per sempre, per sempre così.
[...]
O fortunate piante cui non tocca
perder le belle foglie,
nè, meste, dire addio alla primavera;
te felice, cantore non mai stanco
di sempre ritrovare
canti per sempre nuovi:
ma più felice amore! Più felice,
felice amore!
fervido e sempre da godere, e giovane
e anelante sempre,
tu che di tanto eccedi ogni vivente
passione umana,
che in cuore un solitario
dolore lascia, e sdegno: amara febbre.
[..]
O forma attica ! Posa leggiadra! Con un ricamo
d'uomini e fanciulle nel marmo, coi rami
della foresta e le erbe calpestate, tu, forma silenziosa,
come l'eternità tormenti e spezzi la nostra ragione [...]
Quando l'età avrà devastato questa generazione
ancora tu ci sarai, eterna, tra nuovi dolori
non più nostri ,amica all'uomo cui dirai
"Bellezza è verità, verità bellezza"
Questo solo sulla terra sapete, ed è quanto basta.
(J. Keats, da Ode su un'urna greca)