è durante la primavera: allora l'erba florida e priva di durezza è
ricca di umori e tenera e con la speranza alletta i contadini.
Allora tutto è in fiore e per i colori dei fiori svaria il fecondo
campo, ma non ancora esuberanza alcuna è nelle fronde.
Dopo la primavera, rinsaldandosi l'anno trapassa nell'estate
e diviene giovane robusto: non v'è età più valida, nè più feconda, nè più ardente.
Succede l'autunno mite e maturo, cessato l'ardore della giovinezza,
in equilibrio tra gioventù e vecchiaia, con le tempie pure cosparse di capelli bianchi.
Giunge poi pungente, con rabbrividente passo, il senile inverno,
o privo o bianco nei capelli che gli restano.
(Ovidio, Metamorfosi)