(Leopardi, Operette Morali)
... calpesto la vigliaccheria degli uomini, rifiuto ogni consolazione e ogn'inganno puerile, ed ho il coraggio di sostenere la privazione di ogni speranza, mirare intrepidamente il deserto della vita, non dissimularmi nessuna parte dell'infelicità umana ed accettare tutte le conseguenze di una filosofia dolorosa, ma vera.
(Leopardi, Operette Morali)
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Intanto io chieggio
quanto a viver mi resti e qui per terra mi getto, e grido e fremo, oh giorni orrendi in così verde etate [...] e fieramente mi si stringe il core a pensare come tutto al mondo passa e quasi orma non lascia (Leopardi, da La Sera del dì di festa) [Islandese:]T'ho io forse pregato di pormi in quest'universo? O mi vi sono intromesso violentemente e contro tua voglia? Ma se di tua volontà, e senza mia saputa, e in maniera che io non poteva sconsentirlo, nè ripugnarlo, tu stessa, colle tue mani, mi vi hai collocato; non è egli dunque ufficio tuo se non tenermi lieto e contento in questo tuo regno, almeno vietare che io non vi sia tribolato e straziato e che l'abitar non vi noccia?
[...] [Natura:] Tu mostri non aver posto nella mente che la vita di quest'universo è un perpetuo circuito di produzione e distruzione collegate tra se di maniera, che ciascheduna serve continuamente all'altra, ed alla conservazione del mondo. (Leopardi, Operette Morali) Placida notte, e verecondo raggio della cadente luna;
e tu che spunti fra la tacita selva in su la rupe nunzio del giorno; oh dilettose e care mentre ignote mi fur l'erinni e il fato sembianze agli occhi miei: già non arride spettacol molle ai disperati affetti. [...] Qual fallo mai, qual sì nefando eccesso macchiommi anzi il natale, onde sì torvo il ciel mi fosse e di fortuna il volto. [...] Ogni più lieto giorno di nostra età primo s'invola. Sottentra il morbo, la vecchiezza e l'ombra della gelida morte. (Leopardi, da Ultimo canto di Saffo) Il passato, a ricordarsene, è più bello del presente, come il futuro a immaginarlo. Perchè? Perchè il solo presente ha la sua vera forma nella concezione umana; è la sola immagine del Vero; e tutto il Vero è brutto.
(Leopardi, Zibaldone) Sono così stordito dal niente che mi circonda , che non so come abbia forza di prender la penna...
(Leopardi, Lettere) Sempre caro mi fu quest'ermo colle
e questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orrizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando interminati spazi di là da quella e sovrumani silenzi e profondissima quiete io nel pensier mi fingo: ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l'eterno e le morti stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare. (Leopardi) La Natura non ci ha solamente dato il desiderio della felicità, ma il bisogno; vero bisogno come quel di cibarsi. Perchè chi non possiede la felicità, è infelice, come chi non ha di che cibarsi, patisce la fame. Or questo bisogno ci ha dato Ella, senza la possibilità di soddisfarlo, senza nemmeno aver posto la felicità nel mondo.
Gli animali non han più di noi, se non il patir meno, così i selvaggi, ma la felicità nessuno. (Zibaldone, Leopardi) |