Poco dopo l'inizio del film Agorà di Amenabar (Spagna-Usa) lo spettatore viene catapultato nel mezzo dell'invasione da parte dei cristiani di Alessandria alla biblioteca della città , centro da secoli del sapere prodotto dalla civiltà classica greco-romana. Le scene sono forti, i cristiani sono una massa infuriata trasudante odio che si scaglia contro i simboli della cultura pagana come le statue degli dei ed i papiri antichi. Nel mezzo di questo macello, la filosofa Ipazia usa ogni minuto del suo tempo per salvare più documenti possibili, ma inultilmente. Si salva molto poco, e quello che era il faro del sapere dellla civiltà classica si riduce in pratica ad una chiesa da dove i cristiani partono per far le loro scorribande nella città.
Siamo alla fine del IV secolo d.C.; l'Impero Romano, di cui l'Egitto fa parte, è al collasso. Da ormai 70 anni, grazie a Costantino, la religione ufficiale dell'Impero è quella cristiana. I pagani hanno vita dura e son spesso costretti, almeno formalmente, a convertirsi.
Guardando il bellissimo complesso della biblioteca di Alessandra cadere sotto la furia religiosa per un attimo viene da pensare "per fortuna sono altri tempi". Ma ho respinto subito questo pensiero. Non sono altri tempi.
Che differenza c'è tra la distruzione del tempio di Alessandra nel IV secolo d.C. e quella dei due Buddha millenari incastrati nella roccia in Afghanistan nel 2001? Oppure con l'abbattimento delle Twin Towers a Manhattan? Certo sono delle opere recenti, di appena 30 anni, ma rappresentavano comunque un capolavoro di ingegneria dell'uomo moderno e soprattutto erano il simbolo del nostro mondo, nella città che più rappresenta la libertà ed il dinamismo dell'Occidetnte.
E' chiaro allora quale è l'unica differenza: allora erano i cristiani, oggi son gli islamici.
I paralleli non si fermano all'episodio narrato sopra. Ce ne sono molti a guardare bene: i cristiani irrompono a disturbare una festa ebraica lanciando sassi sulla folla, condannano l'attività della filosofa Ipazia in quanto donna ed in quanto insegue verità diverse da quelle stabilite dalla loro fede, uccidono in nome di dio e spesso a sassate (anche se qualcuno propone pure lo spellamento della persona viva, cosa che ricorda certi tagliagola contemporanei, amanti del sangue), proclamano martiri (e santi pure) coloro che muoiono nell'uccidere i non-cristiani, obbligano i pagani a convertirsi per non essere perseguitati e per fare carriera politica. Infine i cristiani invasati di Alessandria son vestiti di nero e hanno tratti che ricordano molto gli islamici moderni.
Insomma è difficile non cogliere che quel film trasposto ai giorni nostri parla dell'Islam e della sua intolleranza verso tutto ciò che non è affine alla loro religione. Della non-permeabilità dell'Islam. Mi domando se non fosse questo l'intento del regista: visto che non si può parlare dell'Islam e dei suoi lati oscuri apertamente, allora non rimane che fare un film con altri protagonisti ma dove i parallelismi sono evidenti. Quelli che hanno provato a fare un film simile direttamente sull'Islam ai giorni nostri son finiti male, vedi Theo Van Gogh in Olanda nel 2004: senza che le sinistre, che si sbracciano di continuo a favore della libertà di parola, abbiano pianto una lacrima o si siano inorridite un secondo di fronte all'omicidio di un uomo EUROPEO PER IL SUO PENSIERO, al sorgere del XXI secolo! Politicamente corretto & Multiculturalismo Forzato battono Verità Storica & Buon Senso 10-0 a quanto pare.
Proprio come allora, ad Alessandria, quando Ipazia verso la fine del film viene uccisa dopo esser stata denudata davanti ad un altare e ad una croce, abbandonata dallo stesso governo della città che teme di schierarsi contro i cristiani, ormai la maggioranza della popolazione. Sotto quelle sassate pregne di fanastismo si spegne una grande filosofa, che sceglie di essere libera e di non sottomettersi e convertirsi, pagando cara la sua scelta.
Un gesto di dignità, di coerenza e coraggio, che le ha garantito l'immortalità nella Storia.
PS: Poche ore dopo aver scritto questo pezzo giunge la notizia di un tentativo di attentato a New York, a Times Square. Vicino la sede dove viene prodotto South Park, "reo" di aver ironizzato su Maometto. I talebani del Pakistan rivendicano la paternità dell'attentato.
Siamo alla fine del IV secolo d.C.; l'Impero Romano, di cui l'Egitto fa parte, è al collasso. Da ormai 70 anni, grazie a Costantino, la religione ufficiale dell'Impero è quella cristiana. I pagani hanno vita dura e son spesso costretti, almeno formalmente, a convertirsi.
Guardando il bellissimo complesso della biblioteca di Alessandra cadere sotto la furia religiosa per un attimo viene da pensare "per fortuna sono altri tempi". Ma ho respinto subito questo pensiero. Non sono altri tempi.
Che differenza c'è tra la distruzione del tempio di Alessandra nel IV secolo d.C. e quella dei due Buddha millenari incastrati nella roccia in Afghanistan nel 2001? Oppure con l'abbattimento delle Twin Towers a Manhattan? Certo sono delle opere recenti, di appena 30 anni, ma rappresentavano comunque un capolavoro di ingegneria dell'uomo moderno e soprattutto erano il simbolo del nostro mondo, nella città che più rappresenta la libertà ed il dinamismo dell'Occidetnte.
E' chiaro allora quale è l'unica differenza: allora erano i cristiani, oggi son gli islamici.
I paralleli non si fermano all'episodio narrato sopra. Ce ne sono molti a guardare bene: i cristiani irrompono a disturbare una festa ebraica lanciando sassi sulla folla, condannano l'attività della filosofa Ipazia in quanto donna ed in quanto insegue verità diverse da quelle stabilite dalla loro fede, uccidono in nome di dio e spesso a sassate (anche se qualcuno propone pure lo spellamento della persona viva, cosa che ricorda certi tagliagola contemporanei, amanti del sangue), proclamano martiri (e santi pure) coloro che muoiono nell'uccidere i non-cristiani, obbligano i pagani a convertirsi per non essere perseguitati e per fare carriera politica. Infine i cristiani invasati di Alessandria son vestiti di nero e hanno tratti che ricordano molto gli islamici moderni.
Insomma è difficile non cogliere che quel film trasposto ai giorni nostri parla dell'Islam e della sua intolleranza verso tutto ciò che non è affine alla loro religione. Della non-permeabilità dell'Islam. Mi domando se non fosse questo l'intento del regista: visto che non si può parlare dell'Islam e dei suoi lati oscuri apertamente, allora non rimane che fare un film con altri protagonisti ma dove i parallelismi sono evidenti. Quelli che hanno provato a fare un film simile direttamente sull'Islam ai giorni nostri son finiti male, vedi Theo Van Gogh in Olanda nel 2004: senza che le sinistre, che si sbracciano di continuo a favore della libertà di parola, abbiano pianto una lacrima o si siano inorridite un secondo di fronte all'omicidio di un uomo EUROPEO PER IL SUO PENSIERO, al sorgere del XXI secolo! Politicamente corretto & Multiculturalismo Forzato battono Verità Storica & Buon Senso 10-0 a quanto pare.
Proprio come allora, ad Alessandria, quando Ipazia verso la fine del film viene uccisa dopo esser stata denudata davanti ad un altare e ad una croce, abbandonata dallo stesso governo della città che teme di schierarsi contro i cristiani, ormai la maggioranza della popolazione. Sotto quelle sassate pregne di fanastismo si spegne una grande filosofa, che sceglie di essere libera e di non sottomettersi e convertirsi, pagando cara la sua scelta.
Un gesto di dignità, di coerenza e coraggio, che le ha garantito l'immortalità nella Storia.
PS: Poche ore dopo aver scritto questo pezzo giunge la notizia di un tentativo di attentato a New York, a Times Square. Vicino la sede dove viene prodotto South Park, "reo" di aver ironizzato su Maometto. I talebani del Pakistan rivendicano la paternità dell'attentato.