E così non chiedere mai per chi suona la campana. Essa suona per te.
(John Donne, incipit Per chi suona la campana di Hemingway)
Nessun uomo è un' isola, intero in sè stesso. Ogni uomo è un pezzo del continente, una parte della terra. Se una zolla viene portata dall'onda del mare, l'Europa ne è diminuita, come se un promontorio fosse stato al suo posto, o una magione amica, o la tua stessa casa. Ogni morte d'uomo mi diminuisce, perchè io partecipo dell'umanità.
E così non chiedere mai per chi suona la campana. Essa suona per te. (John Donne, incipit Per chi suona la campana di Hemingway)
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<<Da quando qui non abbiamo più Dio e nemmeno suo Figlio, e nemmeno lo Spirito Santo, chi ci perdona? Io non lo so.>>.
-Tu non hai più dio?- <<No, hombre, no certo. Se ci fosse un Dio , non avrebbe permesso mai quello che ho visto con i miei occhi. Lasciamolo a quegli altri, Dio [...] Evidentemente sento la mancanza di Dio [...] ma ogni uomo deve rispondere di fronte a sè stesso>>. (Hemingway, da Per chi suona la campana) ...io infatti mi domando a che giovi il conoscere la natura delle belve e degli uccelli, e dei pesci, e dei serpenti, e ignorarne o non curarmi di sapere la natura dell'uomo, perchè siamo nati, donde veniamo, dove andiamo.
(Petrarca) ...m'ero accorta che gli uomini sono davvero grandi, papà. Sono grandi anche quando sostituiscono l'erba con l'erba di plastica, sono grandi anche quando trasformano l'urina in acqua da bere [...] sono grandi anche quando ammazzano le creature cui hanno donato la vita. Ed io ero fiera d'esser nata tra gli uomini anzichè tra gli alberi o i pesci: ero fiera perchè [..] perchè vedi, Jack: per un minuto, uno stupendo minuto, m'è sembrato di vedere gli uomini che giocavano a carte con Dio.
(Fallaci, da Se il sole muore) ... che la solitudine sia l'unica compagna che abbiamo per non sentirci soli? Che la vera realtà sia la fantasia ? Che nascere e vivere e morire sia un sogno come il sogno dei sogni cioè quel Dio al quale chiediamo disperatamente di esistere anche quando pensiamo che non esista, che sia stato inventato da noi?
(Fallaci, Insciallah) ... è troppo facile dar la colpa alla guerra, rifugiarsi dentro l'entità astratta che chiamiamo guerra e a cui ci riferiamo come ad una specie di peccato originale, di maledizione divina. Il discorso da affrontare non è sulla guerra. E' sugli uomini che fanno la guerra, sui soldati, sul mestiere più antico, più inalterabile, più intramontabile che esiste dacchè esiste la vita : il mestiere di soldato.
(Fallaci, Insciallah) ...per raccontare gli uomini, questi bizzarri animali che fanno ridere e piangere insieme bastano due sentimenti che in fondo sono due ragionamenti: la pietà e l'ironia. In parole diverse, basta avere il sorriso sulle labbra e le lacrime agli occhi.
[...] La vita non è un problema da risolvere, è un mistero da vivere. (Fallaci, Insciallah) L'eterna storia, l'eterno romanzo dell'uomo che alla guerra si manifesta in tutta la sua verità. Perchè niente lo rivela quanto la guerra, purtroppo. Niente ne esaspera con uguale forza la bellezza, e la bruttezza, l'intelligenza e la stoltezza, la bestialità e l'umanità, il coraggio e la vigliaccheria, l'enigma.
(Fallaci, Insciallah) Macchè Dio, Dio l'abbiamo inventato, Dio no che non esiste, se esistesse e si occupasse di noi non permetterebbe tali macelli, non lascerebbe ammazzare il ragazzo col pullover candido, il ragazzo con i riccioli neri [...] sicchè non è a Dio che bisogna rivolgersi ma agli uomini, e bisogna difenderli, e bisogna combattere per loro perchè loro non sono inventati ed avevi ragione tu, Francois, è come dicesti tu, Francois: per essere un uomo a volte bisogna morire.
[...] ...perchè malgrado tutto quello che ho visto, che vedo, io credo all'Uomo. Voglio credere all'Uomo. (Fallaci, da Niente e così sia) Lucius Catilina, nobili genere natus, fuit magna vi et animi et corporis, sed ingenio malo pavoque. [...] Animus audax, subdolos, varius, cuius rei lubet simulator ac dissimulator [...]vastus animus immoderata incredibilia, nimis alta sempre cupiebat ...
(De Coniuratione Catilinae , Sallustio) TRAD: Lucio Catilina nato da nobile stirpe, ebbe grande vigore intellettuale e fisico, ma un'indole malvaggia e perversa [...] L'animo era audace, scaltro, mutevole, delle cui cose si compiaceva (di essere) simulatore e dissimulatore; [bramoso dell' altrui, prodigo del suo; ardente in cupidigia; abbasatnza loquace, poco assennato] . [...]Il suo grande spirito, incredibilmente, desiderava sempre altro. |