... sono cresciuto in campagna, figlio di genitori contadini, gente semplice, che sa tutto della coltivazione dell'ulivo, ma del resto ben poco istruita [...] Certo non vivono bene, ma nella loro miseria esiste una sorta di ordine imposto [...] Le sventure piovono loro addosso con regolarità, seguendo quasi un ciclo [...]. Dove traggono la forza necessaria per la loro faticosa esistenza? Si sono sentiti dire che l'occhio di Dio è su di loro, indagatore e quasi ansioso; che intorno a loro è stato costruito il grande teatro del mondo, perchè vi facciano buona prova recitando ciascuno la grande o piccola parte assegnata. Come la prenderebbero ora se andassi a dirgli che vivono su un frammento di roccia che rotola attraverso lo spazio vuoto e gira intorno ad un astro, uno fra tanti, e neppure molto importante? Che scopo avrebbe la loro presenza, la loro sopportazione di tanta infelicità?